Quando si dice fotografia di neonati la prima fotografa che viene a tutti in mente (soprattutto se nati prima del 2000) è Anna Geddes, famosa per i suoi bambini come fiori e che ognuno di noi ha visto almeno su un quaderno o un diario. Non nego di aver amato anche io quei quaderni e di averli avuti, nel corso degli anni.
Il mio tipo di fotografia però si è evoluto e si è allontanato sempre di più da quel modo di rappresentare i bambini, improntando di più i miei scatti sulle emozioni piuttosto che sulla perfezione.
Tutte le mie sessioni fotografiche sono molto naturali, con il minimo necessario di posato per permettere alle persone di sentirsi a loro agio, ma comunque rappresentarle al meglio; c’è molto contatto e molta intimità, nelle sessioni newborn spesso dico ai papà “fagli una carezza” o alle mamme “senti che buon profumo che ha” questo perché automaticamente sui loro volti appare l’emozione che sto cercando e che sicuramente loro vogliono ricordare.
Anche gli abiti e i tessuti che ho in studio sono naturali, chiari e senza tempo perché credo che ogni cosa al di fuori degli individui della sessione fotografica sia un di più e che soprattutto non devono sovrastare i nostri soggetti.
Qui di seguito vi lascio non solo l’articolo dove vi racconto come funziona una sessione newborn e una sessione bebè, ma anche qualche scatto così che possiate capire di cosa sto parlando.